الإثنين 16 حزيران 2025

ايران تدعو الى الوحدة الاسلامية

مادالينا شيلانو - روما

 بيزيشكيان لأردوغان: "إسرائيل تقوض السلام في المنطقة، والوحدة الإسلامية ضرورية لمواجهتها"

 في اتصال هاتفي مساء السبت بين الرئيس الإيراني مسعود بزشكيان والرئيس التركي رجب طيب أردوغان، وجهت طهران نداءً جديدًا للوحدة في العالم الإسلامي في مواجهة ما وصفته بـ"الطبيعة الإجرامية والمزعزعة للاستقرار" للنظام الإسرائيلي. وأكد الرئيس الإيراني أن الهجمات الأخيرة التي شنتها إسرائيل على الأراضي الإيرانية ليست حوادث معزولة، بل هي جزء من استراتيجية أوسع نطاقًا لتخريب الحوار الإقليمي وإعاقة أي فرصة للسلام.
وبحسب بيزيشكيان، فقد برهنت إسرائيل مجددًا على "ازدرائها لحقوق الإنسان والقانون الدولي"، متهمةً إياها صراحةً بالمسؤولية عن اغتيال مدنيين ومسؤولين وعلماء إيرانيين. وقال الزعيم الإيراني: "لا يسعى هذا النظام إلا للفوضى والدماء"، في إشارة صريحة إلى الهجوم الأخير الذي نُفذ في خضم المحادثات النووية بين طهران وواشنطن

هجوم يهدف إلى تخريب الحوار النووي

فسّر الرئيس الإيراني التصعيد العسكري الإسرائيلي على أنه محاولة متعمدة لعرقلة المفاوضات الجارية بشأن البرنامج النووي للجمهورية الإسلامية. وأشار بزشكيان إلى أن "العدوان يأتي في لحظة حرجة، إذ تسعى إيران، من خلال الحوار، إلى تخفيف حدة التوترات وتعزيز العلاقات مع الدول المجاورة والإسلامية". وفي هذا السياق، استذكر اغتيال المسؤول الفلسطيني إسماعيل هنية - الذي وُصف بـ"الشهيد" - أثناء وجوده في إيران كضيف رسمي، كإشارة واضحة على نية إسرائيل ضرب الدبلوماسية بالإرهاب
التعاون الإسلامي كحصن ضد عدم الاستقرار

شكر بزشكيان أردوغان على "تضامنه ودعمه للشعب والحكومة الإيرانية"، مشددًا على ضرورة تشكيل جبهة إسلامية مشتركة لمواجهة العداء الإسرائيلي. وقال: "يجب على الدول الإسلامية تعزيز قدراتها الدفاعية وتعزيز التنمية المشتركة. فالوحدة وحدها كفيلة بضمان السلام في المنطقة".
على الجانب الآخر، أعرب الرئيس التركي عن قلقه العميق إزاء الوضع، وأدان بشدة الهجوم الإسرائيلي. وقال أردوغان إن رئيس الوزراء الإسرائيلي بنيامين نتنياهو "يريد إشعال المنطقة"، وإن أحد أهداف الهجمات هو صرف الانتباه الدولي عن الجرائم المرتكبة في غزة.
وأكد الرئيس التركي دعم تركيا للحل السلمي للقضية النووية الإيرانية، مؤكدا أن أي استفزاز من شأنه أن يؤدي إلى إشعال دوامة من العنف قد تجتاح الشرق الأوسط بأكمله.

تقارب استراتيجي؟

إن الحوار بين أنقرة وطهران ليس مجرد حلقة من التضامن الدبلوماسي، بل قد يكون مقدمة لتقارب استراتيجي أوسع بين قوتين إقليميتين، على الرغم من الاختلافات التاريخية والأيديولوجية، تتقاسمان الآن عدوًا مشتركًا: النشاط العسكري الإسرائيلي وخطر زعزعة الاستقرار في المنطقة.
وفي سياق حيث التوازنات الجيوسياسية أصبحت هشة بشكل متزايد، قد يسعى المحور الإيراني التركي إلى تعزيز منظمات التعاون الإسلامي وإعادة إطلاق رؤية متعددة الأقطاب للشرق الأوسط، على النقيض من التحالفات الموالية للغرب.
ومع ذلك، يبقى أن نرى ما إذا كانت الأقوال ستُتبع بأفعال ملموسة، لا سيما على الصعيدين العسكري والاقتصادي. لكن ثمة أمراً واحداً واضحاً: لقد عاد خطاب الوحدة الإسلامية، رداً على العدوان الإسرائيلي، بقوة إلى صميم الخطاب السياسي الإيراني.



Gaza – Anatomia di un genocidio
Rapporto su una catastrofe umanitaria (2023–2025)
Madalina Silano – Roma

Introduzione
Dal 7 ottobre 2023, la Striscia di Gaza è diventata teatro di una delle più gravi crisi umanitarie del XXI secolo. A seguito dell’attacco di Hamas contro Israele, lo Stato ebraico ha lanciato un’operazione militare di intensità senza precedenti, presentata come autodifesa, ma che, secondo numerosi osservatori e giuristi internazionali, ha assunto le caratteristiche di un genocidio.


Numero delle vittime

Morti diretti confermati (Ministero della Salute di Gaza, maggio 2025): oltre 62.000 morti, per lo più civili.

Stime dei morti indiretti (The Lancet): tra 186.000 e 200.000, a causa di fame, sete, mancanza di cure, epidemie e mancanza di rifugi.

Numero totale di uccisi o dispersi (analisi GARP/Harvard): fino a 300.000 vittime potenziali, pari al 12-15% della popolazione totale della Striscia.

Confronto: il numero più alto equivale allo sterminio di una città italiana come Bari o Verona.

Cronologia degli eventi principali

Ottobre 2023: Hamas attacca Israele, causando circa 1.200 morti. Israele risponde bombardando Gaza.

Autunno 2023 – Inverno 2024: distruzione sistematica delle infrastrutture civili: ospedali, scuole, sedi ONU, panifici, reti idriche.

Primavera 2024: inizio dell’operazione "Spade di Ferro”; Gaza viene divisa in zone di evacuazione inaccessibili agli aiuti.

Febbraio 2025: falsa tregua. Parte l’operazione "Carri di Gedeone”, definita da esperti ONU come l’ultima fase della "pulizia etnica”.

Giugno 2025: oltre il 70% degli edifici di Gaza sono rasi al suolo. ONG parlano di carestia deliberata di massa.

La guerra contro la sanità

27 ospedali su 36 completamente distrutti.

Le poche strutture rimaste operano senza elettricità, medicinali né anestesia.

I medici lavorano con seghe manuali, senz’acqua potabile, tra cadaveri e topi.

Casi emblematici:

L’ospedale Al-Shifa, il più grande di Gaza, è stato trasformato in base militare dall’esercito israeliano e poi distrutto.

Ospedali pediatrici sono stati bombardati durante l’evacuazione dei bambini.
La fame come arma
Israele ha chiuso i valichi di Rafah e Kerem Shalom da mesi, impedendo l’ingresso di aiuti essenziali.

Secondo le Nazioni Unite, oltre un milione di persone sono a rischio imminente di carestia.

Secondo alcune indagini, un’ONG chiamata GHF (Gaza Humanitarian Foundation) gestisce la distribuzione in coordinamento con Tel Aviv, riducendo gli aiuti verso le zone considerate "ostili”.
Infrastrutture: un deserto urbano

80% delle abitazioni distrutte.

Reti idriche, elettriche e fognarie completamente collassate.

Il territorio è oggi uno scenario di macerie, indistinguibile da una zona terremotata post-apocalittica.

Genocidio? Il quadro giuridico

La Corte Internazionale di Giustizia ha riconosciuto il "rischio ragionevole” che Israele stia commettendo genocidio, ordinando misure cautelari (non rispettate).

Elementi principali dell’accusa:

Intenzionalità: dichiarazioni pubbliche di ministri israeliani che invocano la distruzione totale di Gaza o l’espulsione dei palestinesi.

Azioni sistematiche: attacchi deliberati ai civili, blocco degli aiuti, privazione di acqua, cibo e cure mediche.

Conseguenze tangibili: decine di migliaia di morti, distruzione del tessuto sociale, impossibilità di sopravvivenza.
Reazioni internazionali

Occidente diviso: USA e Germania continuano a fornire armi a Israele; Spagna, Irlanda e Norvegia riconoscono lo Stato di Palestina nel 2024.

America Latina e Africa: condanna esplicita dell’apartheid israeliano.

ONU: paralizzata dal veto, ma la maggioranza dell’Assemblea Generale condanna le operazioni israeliane.

ONG internazionali: Amnesty International, Human Rights Watch e Oxfam parlano di "crimini contro l’umanità” in corso.

Il genocidio a Gaza, come definito da giuristi internazionali e da parte dell’opinione pubblica mondiale, non è più solo una questione di bombe o carri armati. È l’annientamento sistematico di un popolo attraverso fame, isolamento, assedio e distruzione.

I numeri sono enormi, ma non sono solo cifre: rappresentano vite, storie, famiglie. L’umanità oggi è messa alla prova a Gaza.