السبت 21 حزيران 2025

L’Iran difende la sua posizione: le dichiarazioni di Araghchi dopo l’aggressione del


regime sionista
Magdalin Chelano – Roma – Al-Nahar News

In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Islamica dell’Iran, il vice ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha chiarito la posizione politica e militare del suo Paese in merito all’ultima escalation con Israele, sottolineando che la risposta iraniana è stata "del tutto legittima” e denunciando quello che ha definito "il silenzio complice” delle nazioni occidentali.

Accusa diretta a Washington: "Gli Stati Uniti sono complici del regime sionista”

Araghchi ha lanciato accuse esplicite contro gli Stati Uniti, affermando che Washington è un partner effettivo di Israele nell’aggressione. "Ci sono prove evidenti della cooperazione delle forze americane nella regione con il regime sionista”, ha dichiarato, aggiungendo che l’uso del pronome "noi” da parte del presidente americano, quando si riferisce alle azioni di Israele nei suoi discorsi, è un riconoscimento implicito della responsabilità condivisa.

"Stavamo negoziando quando siamo stati attaccati”

Il diplomatico iraniano ha criticato le istituzioni internazionali per il loro fallimento nel tutelare il processo diplomatico, chiedendo: "Eravamo nel pieno dei negoziati diplomatici, con quale logica il regime sionista ha deciso di lanciare un attacco in quel momento?”. Ha ritenuto che l’attacco israeliano abbia distrutto le possibilità di dialogo, sottolineando che "non ci saranno nuovi negoziati finché non finirà l’aggressione e l’occupazione”.

Risposta iraniana: legale e ponderata

Araghchi ha spiegato che la risposta iraniana è avvenuta nel rispetto del diritto internazionale, prendendo di mira esclusivamente obiettivi militari ed economici. "Non è stata colpita alcuna area residenziale, né strutture civili o ospedali. Abbiamo agito con precisione e disciplina”, ha dichiarato, accusando invece Israele di aver commesso massacri intenzionali contro i civili, in particolare nella Striscia di Gaza.

Organizzazioni internazionali: un silenzio che solleva dubbi

Il ministro iraniano ha criticato l’atteggiamento delle organizzazioni internazionali, accusandole di essere soggette all’egemonia occidentale. "Non ci aspettavamo molto da loro, ma volevamo mostrare al mondo questo vergognoso silenzio di fronte ai crimini del regime sionista”, ha detto. Al contrario, ha espresso soddisfazione per quella che ha definito "un’ondata di condanna diffusa” da parte dei paesi islamici e arabi, che rifletterebbe – secondo lui – il continuo sostegno popolare alle cause dell’Iran e della Palestina.

Programma missilistico iraniano: "Una linea rossa”

Con una posizione chiara e inequivocabile, Araghchi ha affermato che le capacità missilistiche dell’Iran sono "difensive e deterrenti” e "non sono negoziabili”, in risposta agli appelli occidentali per includere questo dossier nei negoziati regionali. Ha aggiunto che eventuali discussioni a Ginevra si concentreranno esclusivamente su questioni nucleari e regionali, ribadendo che la sicurezza nazionale iraniana "è una linea rossa su cui non si può trattare”.

Conclusione: politica ferma e messaggio etico

Il discorso del vice ministro iraniano traccia una linea netta tra ciò che Teheran definisce "difesa legittima” e "aggressione ingiustificata”, presentando l’Iran come un Paese che difende la propria sovranità e integrità territoriale con strumenti militari precisi e una retorica politica coerente, fondata – secondo Araghchi – sulla "moralità della posizione e la voce della coscienza umana”. Il messaggio finale dell’Iran è chiaro: la diplomazia non è morta, ma è rinviata fino a quando non cesseranno le bombe.



إيران تدافع عن موقفها: تصريحات عراقجي بعد عدوان الكيان الصهيوني

في مقابلة مع وكالة الأنباء الرسمية للجمهورية الإسلامية الإيرانية، حدد وزير الخارجية الإيراني عباس عراقجي موقف بلاده السياسي والعسكري من التصعيد الأخير مع إسرائيل، مؤكدًا أن الرد الإيراني مشروع بالكامل، ومنددًا بما وصفه بـ"الصمت المتواطئ" من جانب الدول الغربية.

اتهام مباشر لواشنطن: "الولايات المتحدة متواطئة مع النظام الصهيوني"

أطلق عراقجي اتهامات صريحة ضد الولايات المتحدة، معتبرًا أن واشنطن شريك فعلي لإسرائيل في العدوان. وقال: "هناك دلائل واضحة على تعاون القوات الأمريكية في المنطقة مع النظام الصهيوني"، مضيفًا أن استخدام الرئيس الأمريكي لضمير "نحن" عند الإشارة إلى أفعال إسرائيل في خطاباته، يعكس اعترافًا ضمنيًا بالمسؤولية المشتركة.

"كنا نتفاوض عندما هوجمنا"

وانتقد عراقجي المؤسسات الدولية لفشلها في حماية المسار الدبلوماسي، متسائلًا: "كنا في خضم مفاوضات دبلوماسية، فبأي منطق يبرر النظام الصهيوني شن هجوم في هذه اللحظة؟". واعتبر أن هذا العدوان الإسرائيلي نسف فرص الحوار، مشددًا على أن "لا مفاوضات ستُستأنف قبل وقف العدوان وإنهاء الغزو".

الرد الإيراني: قانوني ومدروس

أوضح عراقجي أن الرد الإيراني تم في إطار القانون الدولي، حيث استهدفت الضربات مراكز عسكرية واقتصادية فقط، مؤكدًا: "لم تُقصف أي منطقة سكنية أو منشأة مدنية أو مستشفى. تصرفنا بدقة وانضباط"، بينما اتهم إسرائيل بارتكاب مجازر متعمدة بحق المدنيين، لا سيما في قطاع غزة.

المنظمات الدولية: صمتٌ يثير الشكوك

وانتقد الوزير الإيراني أداء المنظمات الدولية، متهمًا إياها بالخضوع للهيمنة الغربية، قائلاً: "لم نكن نتوقع منهم الكثير، لكننا أردنا أن نُظهر للعالم هذا الصمت الفاضح تجاه جرائم النظام الصهيوني". في المقابل، أعرب عن ارتياحه لما وصفه بـ"موجة الإدانة الواسعة" من قبل الدول الإسلامية والعربية، مما يعكس – بحسب قوله – استمرار الدعم الشعبي لقضايا إيران وفلسطين.

البرنامج الصاروخي الإيراني: "خط أحمر"

في موقف واضح لا يقبل التأويل، أكد عراقجي أن قدرات إيران الصاروخية "دفاعية وردعية" وأنها "ليست قابلة للتفاوض"، ردًا على دعوات غربية لإدراج هذا الملف ضمن المفاوضات الإقليمية. وأضاف أن أي نقاش في جنيف سيقتصر على القضايا النووية والإقليمية فقط، مشددًا على أن الأمن القومي الإيراني "خط أحمر لا مساومة فيه".

خاتمة: سياسة حازمة ورسالة أخلاقية

يرسم خطاب وزير الخارجية الإيراني خطًا فاصلًا بين ما تصفه طهران بـ"الدفاع المشروع" و"العدوان غير المبرر"، مقدمًا إيران كدولة تدافع عن سيادتها ووحدة أراضيها بأدوات عسكرية دقيقة، وخطاب سياسي متماسك، يستند – بحسب عراقجي – إلى "أخلاقية الموقف ومنظور الضمير الإنساني". ويُختتم الموقف الإيراني برسالة واضحة: الدبلوماسية لم تُغلق بعد، لكنها مؤجلة إلى حين توقف القنابل.